ll Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2023-2025 (PNPV) è il documento di riferimento in cui si riconosce, come priorità di sanità pubblica, la riduzione o l’eliminazione del carico delle malattie infettive prevenibili da vaccino.
Nello specifico tra gli obiettivi del Piano si sottolinea:
- prioritario il mantenere lo stato Polio free, cioè mantenere nel territorio nazionale l’assenza di casi di poliomielite, tenendo conto che in alcune aree geografiche, a livello planetario, sussiste ancora la presenza di casi di poliomielite.
- raggiungere e mantenere l’eliminazione di morbillo e rosolia che negli ultimi mesi ha presentato una recrudescenza di casi con la conseguenza di un rischio di ricoveri per complicanze, nonché in alcuni casi di letalità.
- rafforzare la prevenzione del cancro della cervice uterina e delle altre malattie HPV correlate attraverso la vaccinazione degli adolescenti e dei soggetti a rischio. Laddove si è vaccinato su larga scala il cancro alla cervice è stato pressochè azzerato.
- raggiungere e mantenere le coperture vaccinali nelle classi di età target, prevalentemente infanzia e adolescenza.
- promuovere interventi vaccinali nei gruppi di popolazione ad alto rischio per patologia (cardiopatici, oncologici….) maggiormente soggetti a complicanze.
- ridurre le diseguaglianze e prevedere azioni per i gruppi di popolazione difficilmente raggiungibili e/o con bassa copertura vaccinale come gli immigrati, i senza dimora…
- rafforzare la comunicazione in campo vaccinale, aspetto questo che rimanda alla ormai annosa questione della comunicazione antiscientifica presente sui social di ampio consumo.
- promuovere nei professionisti sanitari la cultura delle vaccinazioni e la formazione. Esistono sacche di “resistenza” alla pratica vaccinale anche tra il personale sanitario, aspetto dovuto alla scarsa conoscenza della materia.
L’obiettivo dei programmi di prevenzione vaccinale è sia di proteggere il singolo individuo, soprattutto se esposto per motivi socio-economici, ambientali, lavorativi ad un maggior rischio di contrarre determinate infezioni o di sviluppare forme gravi di malattia, sia a livello di popolazione al fine di ottenere l’eliminazione di alcune malattie infettive. L’eradicazione è possibile quando l’unico serbatoio è l’uomo.
Periodicamente il Piano viene aggiornato in relazione al quadro epidemiologico, alla disponibilità di nuovi vaccini, al rapporto rischi/benefici. Ogni vaccinazione segue un preciso calendario temporale che può anche cambiare in relazione all’età. E’ importante rispettare i tempi di somministrazione perché si ottengono le risposte immunitarie più efficaci. Alcune vaccinazioni sono definitive, nel senso che non è necessario effettuare dei richiami, altre al contrario hanno la necessità di essere risomministrate a distanza di anni. Il Ministero della Salute fissa le percentuali di copertura vaccinale per ogni tipologia vaccinale al 95%. Il raggiungimento di tale percentuale è fondamentale ai fini della protezione della popolazione. Se la percentuale di copertura è pari o supera il 95% si raggiunge quello che in epidemiologia si chiama effetto gregge, cioè la quota di vaccinati; riducendo la circolazione della malattia contribuisce a proteggere coloro che per motivi clinici non possono essere vaccinati. Si è molto discusso circa l’obbligatorietà di una serie di vaccinazioni. A tal proposito nella sentenza della Corte costituzionale n. 258 del 1994 si legge che l’art. 32 della Costituzione postula “il necessario contemperamento del diritto alla salute del singolo (anche nel suo contenuto negativo di non assoggettabilità a trattamenti sanitari non richiesti od accettati) con il coesistente e reciproco diritto di ciascun individuo (sent. 1994 n.218) e con la salute della collettività (sent. 1990 n.307); nonché, nel caso in particolare di vaccinazioni obbligatorie, ‘con l’interesse del bambino’, che esige ‘tutela anche nei confronti dei genitori che non adempiono ai compiti inerenti alla cura del minore’ (sent. 132/1992)”; inoltre l’obbligatorietà non è incompatibile con l’art. 32 della Costituzione “se il trattamento sia diretto non solo a migliorare o a preservare lo stato di salute di chi vi è assoggettato, ma anche a preservare lo stato di salute degli altri, giacché è proprio tale ulteriore scopo, attinente alla salute come interesse della collettività, a giustificare la compressione di quella autodeterminazione dell’uomo che inerisce al diritto di ciascuno alla salute in quanto diritto fondamentale (cfr. sentenza 1990 n. 307)”. Pertanto l’obbligo vaccinale non va inteso come una limitazione della libertà di decisione della Persona ma quale salvaguardia della salute della collettività.
Il calendario vaccinale
Si riporta il calendario vaccinale del Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale. Rispetto al precedente piano è stata introdotta la vaccinazione del meningococco tetravalente (ACWY) che sostituisce la vaccinazione contro il solo meningococco C in modo da aumentare la protezione contro gli altri ceppi del meningococco.
Secondo mese compiuto (dal 61° giorno di vita)
Prima dose di vaccino esavalente DTPa/IPV/Ep B/Hib, ossia contro difterite, tetano, pertosse, polio, epatite B e infezioni da Haemophilus influenzae tipo b (vaccino obbligatorio);
Prima dose di vaccino pneumococcico coniugato (PCV-13), che difende dalle infezioni dello Streptococcus pneumoniae;
Prima dose di vaccino contro i Rotavirus, (un virus intestinale che può dare gravi enteriti nel lattante);
Prima dose di vaccino contro il Meningococco B (MenB).
Terzo mese compiuto (91° giorno di vita)
Seconda dose di vaccino contro il Rotavirus.
Quarto mese compiuto (121° giorno di vita)
Seconda dose del vaccino esavalente (obbligatorio);
Seconda dose del vaccino pneumococcico coniugato.
Quinto mese (151° giorno)
Seconda dose del vaccino contro il meningococco B o MenB, a distanza di almeno 2 mesi dalla prima somministrazione;
Eventuale terza dose di vaccino contro il Rotavirus.
11° mese
Terza dose del vaccino esavalente (obbligatorio);
Terza dose di vaccino pneumococcico coniugato.
12-15 mese
Prima dose del vaccino tetravalente MPRV che protegge contro morbillo, parotite, rosolia e varicella (obbligatorio);
Vaccino quadrivalente coniugato contro i meningococchi A, C, W135, Y contro le infezioni dai diversi ceppi di Neisseria meningitidis;
Terza dose di vaccino contro meningococco B o MenB.
5° anno compiuto
Seconda dose di tetravalente MPRV (obbligatorio);
Quarta dose di DTPa+IPV contro tetano, difterite, pertosse e poliomielite (obbligatorio).
12°-18° anno
Vaccino dTpaIPV contro la difterite, il tetano, la pertosse e la polio (obbligatorio);
Due dosi (o tre a seconda dell’età, oltre i 14 anni) del vaccino anti HPV contro Papilloma Virus umano;
Vaccino contro il meningococco ACWY coniugato.
Adulti di età ≥60 anni
Vaccinazione antinfluenzale annuale, a partire dal compimento di 60 anni, secondo le indicazioni
ministeriali.
Vaccinazione anti-pneumococcica: una sola dose a partire dalla coorte dei 65enni.
L’offerta va eventualmente integrata con schedula sequenziale (PCV+PPSV), in funzione della tipologia di vaccino PCV utilizzato.
Vaccinazione anti Herpes Zoster: 1 dose o 2 dosi in base al vaccino utilizzato, ogni anno alla coorte dei 65enni.
Le vaccinazioni per soggetti a rischio per condizioni patologiche
Vaccino antiepatite A
● Soggetti affetti da epatopatia cronica (in conseguenza della maggiore suscettibilità di tali pazienti per l’insorgenza di forme fulminanti)
● Pazienti con coagulopatie tali da richiedere terapia a lungo termine con derivati di natura ematica
Vaccino antiepatite B
● per i nati da madre HBsAg positiva, da somministrare entro le prime 12-24 ore di vita
● la vaccinazione di tutti gli adulti non precedentemente vaccinati e appartenenti a categorie a rischio per l’infezione da epatite B. In particolare:
– Diabetici
– Emodializzati e uremici cronici di cui si prevede l’ingresso in dialisi
– Pazienti politrasfusi ed emofiliaci
– Soggetti affetti da epatopatia cronica
– Soggetti con infezione da HIV
– Soggetti istituzionalizzati in centri per persone con disabilità fisiche e mentali
– Tossicodipendenti (uso di sostanze per via endovenosa)
– Soggetti candidati a trapianto di organo solido
– Conviventi e contatti di soggetti HBsAg positivi, indipendentemente dall’età.
Vaccinazione anti Haemophilus influenzae tipo b (Hib)
● Anemia a cellule falciformi
● Asplenia di carattere anatomico o funzionale e candidati alla splenectomia (rimozione della milza)
● Deficit del complemento
● Immunodeficienze congenite o acquisite quali deficit anticorpale in particolare in caso di deficit della sottoclasse IgG2 o soggetti HIV positivi, immunodeficienze congenite o acquisite (es. difetti anticorpali totali o parziali come il deficit di IgG2, deficit di complemento
● Portatori di impianto cocleare
● Soggetti riceventi trapianto di midollo o in attesa di trapianto di organo solido
● Soggetti sottoposti a chemioterapia o radioterapia per il trattamento di neoplasie maligne
Vaccini antimeningococcici
● Diabete mellito di tipo 1
● Difetti dei Toll-like receptors di tipo 4
● Emoglobinopatie quali talassemia e anemia falciforme
● Epatopatie croniche gravi
● Immunodepressione congenita o acquisita (in particolare in caso di trapianto d’organo, terapiaantineoplastica o terapia sistemica corticosteroidea ad alte dosi)
● Insufficienza renale/surrenalica cronica
● Perdite di liquido cerebrospinale da traumi o intervento
● Asplenia funzionale o anatomica
● Difetti congeniti e acquisiti del complemento (C3, C5-9, properdina, Fattore D, e Fattore H)
● Infezione da HIV
● Portatori di impianto cocleare
● Soggetti conviventi con soggetti affetti dalle patologie sopraelencate
Vaccino anti morbillo-parotite-rosolia
● Alcoolismo cronico
● Asplenia anatomica o funzionale e candidati alla splenectomia
● Deficienza dei fattori terminali del complemento
● Diabete mellito
● Immunodepressione con conta dei linfociti T CD4+≥ 200/mL
● Infezioni da HIV con conta dei linfociti T CD4+≥ 200/mL
● Insufficienza renale/surrenalica cronica
● Malattie epatiche croniche gravi
● Malattie polmonari croniche
● Soggetti conviventi con soggetti affetti dalle patologie sopraelencate
● Soggetti riceventi fattori della coagulazione concentrati
Vaccino antipneumococco
● Alcoolismo cronico
● Asplenia anatomica o funzionale e candidati alla splenectomia
● Cardio/pneumo/epatopatie croniche
● Diabete mellito
● Emoglobinopatie quali anemia falciforme e talassemia
● Epatopatie croniche, inclusa la cirrosi epatica e le epatopatie croniche evolutive da alcool
● Immunodeficienze congenite o acquisite
● Infezione da HIV
● Insufficienza renale/surrenalica cronica, sindrome nefrosica
● Malattie polmonari croniche
● Neoplasie diffuse
● Patologie onco-ematologiche (leucemie, linfomi e mieloma multiplo)
● Patologie richiedenti un trattamento immunosoppressivo a lungo termine
● Portatori di impianto cocleare
● Soggetti con perdite liquorali da traumi o intervento
● Trapianto d’organo o di midollo
● Difetti congeniti e acquisiti del complemento
Vaccinazione anti-zoster
● Soggetti con diabete mellito
● Soggetti con patologia cardiovascolare, esclusa l’ipertensione isolata, previa valutazione del rischio
● Soggetti con BPCO e asma bronchiale
● Soggetti con immunodeficienza congenita/acquisita o destinati a terapia immunosoppressiva
● Soggetti con insufficienza renale cronica ed in dialisi
● Soggetti con recidive o con forme particolarmente gravi di Herpes Zoster
Vaccinazione HPV
● Donne che sono state trattate per lesioni di tipo CIN2+ o di grado superiore. La vaccinazione potrà essere somministrata prima del trattamento o successivamente, fino ad un massimo di tre anni dal trattamento stesso
● Soggetti con infezione da HIV
Si sottolinea l’importanza di una copertura vaccinale in linea con gli obiettivi del Piano. Le malattie infettive rappresentano sempre una minaccia per la salute globale; l’esperienza del Covid ci insegna che se si hanno a disposizione le vaccinazioni possiamo tener sotto controllo la diffusione di molte malattie infettive.
Nell’ultimo anno si è verificata una recrudescenza di casi di morbillo. E’ indubbio che la copertura attuale è riuscita ad evitare una maggior diffusione della malattia e ci dimostra che abbassare la guardia o non vaccinarsi perché la “malattia non si vede da anni” è un rischio.
In questi giorni in Africa si sta diffondendo il vaiolo delle scimmie (ne scriveremo in futuro) che è indicativo dell’emergere di nuove malattie infettive determinate dal salto di specie tra animale e uomo.
A discapito di tutte le considerazioni di complotti, di inutilità o pericolosità dei vaccini fomentate dalle fake news di gruppi o organizzazioni cosiddette no vax, è necessario affidarsi alla scienza, perché se oggi nessuno nel nostro paese muore di polio o difterite (per citare due malattie che nel passato hanno mietuto vittime in tutto il mondo) lo dobbiamo alla ricerca e alle campagne vaccinali.
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