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Le vaccinazioni nelle persone splenectomizzate

La milza è un organo situato nella parte sinistra del nostro corpo, sotto il diaframma e vicino a stomaco e pancreas. E’ un organo che pesa circa 2 etti, lungo circa 12 cm e largo 7 cm, che fa parte del sistema linfatico e pur non essendo un organo vitale (si può vivere senza milza) svolge importanti funzioni.

Anatomicamente è composta da una parte interna chiamata polpa bianca che ha la funzione di produrre globuli bianchi e una parte esterna, la polpa rossa, che rimuove le cellule del sangue morte o mutate, le cellule tumorali, batteri, parassiti.

Quindi possiamo dire che è un organo importante nella difesa dalle infezioni.

E’ però un organo molto fragile e in seguito a traumi (soprattutto incidenti stradali) spesso il chirurgo è costretto ad asportalo. L’intervento si chiama splenectomia. Oltre che alla situazione di splenectomia chirurgica vi sono numerose condizioni che possono determinare un mancato funzionamento della milza. In tal caso si parla di asplenia funzionale. E’ il caso ad esempio dei linfomi, leucemie, talassemia. Spesso infatti uno dei sintomi è l’ingrossamento della milza che il medico evidenzia alla palpazione dell’addome.

La condizione di splenectomia chirurgica o funzionale, in sostanza espone ad un maggiore rischio di infezioni batteriche da batteri capsulati, cioè di quei batteri che possiedono una capsula esterna che li rende più virulenti e più resistenti all’azione degli antibiotici. Sono più esposti anche a forme più virulente di influenza.

I batteri capsulati principali responsabili di infezioni nelle persone prive di milza sono lo Streptococcus pneumoniae (pneumococco), Neisseria meningitidis ed Haemophilus influenzae. Dal punto di vista clinico questi batteri possono dare quadri di polmonite, meningite e sepsi (infezione generalizzata) che possono portare a morte anche in breve tempo.

Per nostra fortuna abbiamo la disponibilità di vaccini contro questi batteri e se la vaccinazione è importante già a partire dall’infanzia e in categorie a rischio, (difatti sono contemplate nel piano vaccinale nazionale) lo è ancor più nei soggetti splenectomizzati.

Il vaccino contro lo pneumococco si avvale di 4 tipologie a seconda del numero di ceppi del battere dai quali ci protegge. Di pneumococco infatti non ne esiste solo un tipo ma circa 90 sierotipi. Però sappiamo quali sono i sierotipi più pericolosi per l’uomo in grado di portare ai quadri clinici sopracitati.  Ricordiamoci che lo pneumococco si trasmette per via aerea attraverso starnuti, colpi di tosse, goccioline di saliva. Non necessariamente chi infetta è ammalato, essendoci i portatori sani. Lo pneumococco si annida infatti nelle prime vie respiratorie. Un esempio sono le otiti nei bambini. Può accadere che in un bambino un’ otite mal curata o ignorata perché con scarsi sintomi, sia la porta d’accesso dello pneumococco alle meningi,  dando luogo a forme di meningite.

Vaccinarsi è quindi importante e le persone splenectomizzate, se non l’hanno già fatto, dovrebbero correre a vaccinarsi. Per i minori di 18 anni abbiamo a disposizione un vaccino 15-valente contro 15 sierotipi dello pneumococco e, nelle persone con più di 18 ,  un vaccino 20-valente contro 20 sierotipi.

Il vaccino è un vaccino sicuro, ormai ampiamente sperimentato, con pochi effetti avversi (nella maggior parte dei casi di scarso rilievo clinico), somministrato nel muscolo deltoide del braccio. Il numero di dosi dipende dall’età di somministrazione e dal quadro vaccinale antecedente la splenectomia. I servizi vaccinali del territorio possono fornire tutte le informazioni al riguardo.

Per le vaccinazioni contro il meningococco gli splenectomizzati dovrebbero fare 2 dosi del tetravalente ACWY a distanza di 2 mesi e il richiamo ogni 5 anni.

Dovranno effettuare anche la vaccinazione contro il meningococco B (due dosi a distanza di due mesi).

Per la vaccinazione contro l’haemophilus è sufficiente una dose.

Ogni anno dovrà essere ripetuta la vaccinazione antinfluenzale.

Negli splenectomizzati sono consigliati anche altri vaccini ma occorre valutare il quadro vaccinale, onde evitare di fare vaccinazioni inutili.

In conclusione l’invito è quello di vaccinarsi, un’azione semplice che ci può salvare la vita.

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